Le alici di menaica prendono il nome dalla stessa rete con cui vengono pescate, la Menaica. La sua particolarità sono le maglie larghe di cui è composta che consentono la prima selezione del pesce catturando solo le alici più grandi che, incastrandosi con la testa nella rete, muoiono decapitate e si dissanguano direttamente in mare rendendo l’alice più pregiata che risulta essere più profumata e delicata nel sapore.

Questa antica pesca fonda le sue origini già nel 1700 quando Pisciotta era un villaggio di pescatori e le imbarcazioni che venivano utilizzate erano a vela latina. Al calar del sole tutti i pescatori uscivano in mare come in processione per iniziare la pesca.

Con delle grandi lampade, dette lampare, i pesci vengono attirati vicino alla barca e poi cinti con la rete. A bordo ci si divide i compiti, uno tira su la rete ed altri sono addetti a liberare le alici facendo attenzione a non rovinare il pesce staccandogli la testa o schiacciandole per consentire successivamente una migliore lavorazione.   

Nella più tradizionale delle lavorazioni le alici vengono lavate ed eviscerate direttamente in mare, solo i filetti vengono posti sotto sale in vasetti di legno, detti “trezzarole”. Questi vengono chiusi con degli appositi tappi di legno massello, detti “timbagni”  che consentono il traspirare del prodotto durante la salagione che avviene in circa 2 mesi. I pesi che vengono apposti come presse consentono alle alici di essiccarsi espellendo i liquidi che vengono raccolti per la produzione della colatura. Anche questa largamente utilizzata come insaporitore per tutti i piatti a base di pesce. 

Alla fine del processo il prodotto di particolare qualità può essere conservato per oltre due anni senza la perdita delle qualità organolettiche.